Veronica Piutti

Dal liceo all’atletica leggera, dalla laurea in lettere antiche al lavoro nei campi, tra vigne e ulivi.

Circa sette anni fa mio padre mi ha chiesto se volevo occuparmi delle campagne di famiglia, ed io ho immediatamente accettato e colto al volo questo tipo di proposta, anche se non sapevo assolutamente nulla di cosa sarei andata incontro. Non sapevo nulla di campagna, di rese, di seminativi, di viti, di macchinari… Non avevo mai preso nemmeno una cesoia in mano e, non mi vergogno a dirlo, sapevo a malapena arrivare ai fondi della mia famiglia […] Tuttora mi rendo conto di non sapere nulla, perché per saper gestire bene la campagna bisogna avere molta esperienza e stare molto sul pezzo.

Io di natura e per carattere sono sempre stata attratta dalle sfide, probabilmente è una forma mentis che mi porto dietro da quando, da ragazza, praticavo l’atletica.

Delle volte mi chiedo come ho fatto ad appassionarmi in così poco tempo e con così grande entusiasmo?
Da una parte c’è il fatto che sono molto curiosa e che mi piace studiare, ho frequentato corsi di ogni genere, pratici e teorici, e tuttora […] ogni volta che c’è una conferenza […] ci vado; dall’altro lato devo ringraziare il Bepo, figlio dei mezzadri della mia famiglia, che è sempre stato al mio fianco ed è tuttora il mio operaio, e tuttora mi insegna e […] gli sono veramente grata, preché è una persona strategica per la mia famiglia e la gestione delle campagne.

Delle volte ho la sensazione che ci sia un po’ di pregiudizio, una visione un po’ bucolica da sfatare nei confronti della natura. La natura non è lì a porgerti i suoi frutti generosamente. Lavorando in campagna mi sono resa conto che tutto ciò che abbiamo e che riusciamo a metter in tavola […] è il frutto di pianificazione, di lavoro, di cura, di impegno nel tempo, e di costanza, perché altrimenti se si molla in pochissimo tempo rovi, erbacce, infestanti di ogni genere avrebbero la meglio. La natura è più forte di noi.

Si dice campagna, ma in verità ci sono tante campagne quanti terreni, e quindi ogni campagna è diversa e quando ci vado so che ci sono sempre delle problematiche da capire e da risolvere, dei segnali da leggere, e bisogna sempre programmare tutto con molto anticipo e capire qual’è la cosa giusta da fare, […] perché se si sbagliano i tempi spesso gli errori si vedono negli anni.

Per me l’agricoltura è uno studio continuo, un laboratorio a cielo aperto, una raccolta di informazioni costante, di pareri da chi sa più di me e da chi ha esperienza. Agricoltura significa migliorare i fondi, risparmiare acqua, se si può, risparmiare suolo, scegliere i macchinare giusti e condividere queste scelte e del tempo con mio padre.

Mi sento una persona privilegiata, perché amo il mio lavoro, amo stare a contatto con la natura, e poterne osservare quotidianamente la bellezza […] l’alternanza delle stagioni… e posso conciliare questa attività con le esigenze della mia famiglia. Infatti ho tre figli che frequentano le scuole superiori, e grazie ad un lavoro autonomo posso stare vicino a loro.

Quando penso alla mia famiglia penso che sia uno dei valori più importanti per me, quello che ha più determinato le scelte che ho fatto finora, e poi oltre alla famiglia lo studio, la conoscenza, il cercare di migliorarsi continuamente, il condividere e saper coinvolgere, dato che nessuno da solo fa grandi cose.

Per fare un paragone con la natura mi piace dire che i valori non sono delle entità astratte, ma sono come le radici per le piante. Ognuno di noi ha delle radici che devono essere profonde, salde, e che ci tengono equilibrati al terreno e alle inevitabili intemperie che possono coglierci inqualsiasi momento. Io mi auguro di trasmettere dei valori importanti anche ai miei figli, come i miei genitori hanno trasmesso a me.